41 visualizzazioni 2 min 0 Commenti

Perché la legge Fornero dormirà sonni tranquilli anche con questa legge di Bilancio

Salvini ci ha costruito sopra intere campagne elettorali promettendo di cancellarla. Ma non si può

Ora che inizia la sessione parlamentare dedicata alla legge di Bilancio, torna di gran moda la ventilata riforma delle pensioni. Ma, più passano gli anni, e più sono numerosi coloro i quali ringraziano la professoressa Elsa Fornero per il giro di vite che diede al tempo del governo Monti.

Per anni, qualcuno, vedi Matteo Salvini, ci ha costruito intere campagne elettorali promettendo di abolirla. Ma tant’è: ora, secondo la vulgata dominante, dovrebbe scusarsi.

La riforma Fornero è stata per anni demonizzata, ma i numeri raccontano un’altra storia.

Dal 1995 al 2011 la spesa pensionistica italiana cresceva del 7% all’anno, una delle più alte in Europa. Dopo la riforma, la crescita si è ridotta a +1,8%, il dato più basso tra le grandi economie.

Grazie a questa stretta, la spesa pensionistica in rapporto al Pil è rimasta stabile: dal 15,4% nel 2011 al 15,5% oggi. Senza la riforma sarebbe esplosa, costringendo lo Stato ad aumentare ancora le tasse o il debito. E ricordiamoci: l’Italia ha già oggi la spesa pensionistica più alta d’Europa (15,5% del Pil).

Ogni volta che parliamo di cuneo fiscale – tra i più alti al mondo – o di stipendi netti troppo bassi, non possiamo dimenticare che metà di ciò che le aziende spendono per un lavoratore finisce in contributi e tasse soprattutto per finanziare le pensioni.

E, last but not least, no, i pensionati italiani non sono i più poveri: secondo Istat, la povertà assoluta è molto più diffusa tra giovani e famiglie con figli.

Forse allora dovremmo smettere di insultare la Fornero e cominciare a riconoscere che senza quella riforma oggi saremmo messi molto peggio.

Avatar photo
Redazione - Articoli pubblicati: 1

Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

Twitter
Facebook
Linkedin
Scrivi un commento all'articolo