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E se anche il reddito dei dipendenti fosse forfettario?

Perché un libero professionista ha un regime fiscale semplice e un dipendente no?

E se anche il reddito dei dipendenti fosse forfettario?

Ci abbiamo mai pensato davvero?

Perché un libero professionista, un artigiano o un imprenditore individuale può contare su un regime fiscale semplice, chiaro, proporzionale, mentre un lavoratore dipendente deve affrontare ogni mese un sistema incomprensibile, con buste paga che sembrano bilanci aziendali?

Cento voci, sigle, contributi, addizionali, trattenute, detrazioni: un labirinto nel quale la maggior parte dei lavoratori si perde, e che nemmeno gli esperti sanno spiegare fino in fondo.

Il risultato è che nessuno sa mai davvero quanto guadagna e quanto versa.

Un modello burocratico, vecchio, nato in un’altra epoca, che oggi genera solo confusione, ansia e sfiducia.

È arrivato il momento di chiedersi: ma serve ancora tutta questa complessità?
Il mondo del lavoro è cambiato. Il confine tra dipendente e autonomo si è assottigliato, e in molti casi non esiste più. L’intelligenza artificiale, la digitalizzazione, la flessibilità contrattuale e il lavoro ibrido stanno riscrivendo il concetto stesso di occupazione. Eppure, il fisco resta fermo al Novecento, ancorato a modelli contributivi e previdenziali che non riflettono più la realtà.
E se invece ripartissimo da un’idea semplice, quasi rivoluzionaria? Un regime forfettario esteso anche ai lavoratori dipendenti, dove ciascuno versi una quota fissa e certa sul proprio reddito, sapendo esattamente cosa va allo Stato e cosa resta in tasca. Niente più voci incomprensibili, niente trattenute misteriose, niente addizionali regionali o comunali da decifrare: solo chiarezza, semplicità e fiducia.
Un sistema simile avrebbe vantaggi enormi:
* più trasparenza, perché tutti saprebbero quanto pagano davvero;
* più equità, perché le regole sarebbero le stesse per chi lavora, in qualsiasi forma;
* più libertà, perché ciascuno potrebbe scegliere come destinare una parte della propria contribuzione, tra previdenza pubblica, integrativa o sanità privata;
* meno burocrazia, perché imprese e pubblica amministrazione risparmierebbero tempo e risorse.

Non è un’utopia, ma una direzione possibile.

Molti Paesi stanno già sperimentando modelli fiscali semplificati basati sulla fiducia e sulla responsabilità individuale. L’Italia invece continua a trattare i lavoratori come sudditi fiscali, non come cittadini consapevoli.

Il sistema attuale non premia chi lavora, ma chi resiste. E chi resiste lo fa a fatica, sommerso da norme, aggiornamenti, circolari e controlli che cambiano ogni anno. La verità è che abbiamo costruito una macchina fiscale che vive di sé stessa, invece di servire chi la alimenta.
UIFOR (Unione Italiana Forfettari) nasce anche per rompere questo schema. Per dire ad alta voce che la semplificazione non è un privilegio per i forfettari, ma un diritto di tutti. Che l’uguaglianza non si misura in aliquote, ma nella possibilità di comprendere il proprio lavoro e di scegliere come contribuire al bene comune. E che la libertà fiscale è la nuova frontiera della democrazia economica.

Siamo pronti a lanciare un dibattito vero, aperto, scomodo, ma necessario. Perché il futuro del lavoro non può essere scritto con le regole del passato. Serve una visione, una scossa, un cambio di paradigma che riporti al centro le persone, non le carte.

Il lavoro non è una categoria giuridica: è la forma più alta di partecipazione alla vita del Paese.
E ogni lavoratore, autonomo o dipendente, ha diritto a un fisco che lo rispetti, che lo capisca, che non lo costringa a decifrare la propria busta paga come fosse un enigma di Stato.

È ora di cambiare passo. È ora di un forfettario universale, che ridia dignità e fiducia a chi lavora.
Perché la vera riforma non è quella che cambia le aliquote: è quella che restituisce libertà alle persone.

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Collaboratore - Articoli pubblicati: 3

Commercialista e tributarista, con una consolidata esperienza nella consulenza d’impresa e nel diritto tributario. Presidente di UIFOR – Unione Italiana Forfettari, il primo sindacato dedicato ai contribuenti in regime forfettario, affianca professionisti e imprese nella crescita e nell’innovazione, con uno sguardo particolare allo sviluppo del Mezzogiorno. Appassionato di economia, politica e cultura mediterranea, crede nella costruzione di reti e comunità come strumento di progresso. Vive tra Roma e il Sud Italia, da dove trae energia e ispirazione anche grazie alla sua famiglia e al territorio, che rappresentano la radice più autentica del suo percorso umano e professionale.

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