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Spiagge vuote o piene, ma il turismo tira ancora: previste 260 mila assunzioni

I dati del Bollettino del Sistema informativo Excelsior confermano un trend positivo ma segnalano la difficoltà a trovare profili qualificati

Che le spiagge siano piene o vuote, il settore del turismo si conferma un’importante fonte di posti di lavoro in Italia: secondo i dati del Bollettino del Sistema informativo Excelsior – realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro – sono infatti 78mila i lavoratori ricercati nel solo mese di agosto, e oltre 260 mila nel trimestre che va da agosto a settembre. Si tratta dunque di una quota significativa delle 335mila opportunità lavorative offerte dalle imprese nel mese di agosto, oltre 1,4 milioni nel trimestre agosto-ottobre.

Il settore del turismo rappresenta una fonte non solo di prodotto interno lordo, ma anche una destinazione lavorativa per diverse persone. E sono diverse le figure a essere richieste in questo campo: si va dagli specialisti della ristorazione agli operatori dell’accoglienza senza dimenticare gli esperti di promozione turistica, i dirigenti del settore alberghiero e il personale dei lidi balneari

Le oltre 260 mila assunzioni previste si concentrano in particolare nei settori dell’alloggio e della ristorazione. Dai dati emerge come, però, i posti di lavoro non sia disponibili in modo omogeneo in Italia: ci sono infatti alcune aree che attraggono maggiormente forza lavoro. È il caso, ad esempio, del Trentino-Alto Adige dove si concentra una quota significativa del turismo di montagna e lacustre, così come in Veneto e anche in Lombardia. Se le regioni costiere sono forti del turismo balneare, alcune regioni del Centro Italia (tra cui il Lazio) presentano invece maggiori opportunità legate al turismo familiare oppure culturale.

Il settore turistico continua a essere un punto di accesso al mondo dell’impiego per giovani e allievi, ma anche per inoccupati, disoccupati e, in generale, per i lavoratori che cercano di reinserirsi. La natura stagionale del comparto, spesso percepita come un ostacolo, può al contrario tramutarsi in una chance: un primo lavoro, un’opportunità per acquisire capacità, maturare esperienza, creare contatti professionali e intraprendere percorsi formativi sul campo

Nonostante gli indicatori incoraggianti persistono i problemi, come ad esempio la  questione della qualità lavorativa. Come evidenzia il bollettino, molti rapporti d’impiego nel turismo sono ancora a termine o a orario ridotto, con stipendi modesti e circostanze che frenano un’occupazione duratura. L’istruzione professionale deve perciò essere potenziata, per assicurare che la disponibilità di manodopera sia in linea con le nuove richieste del mercato

Nonostante però questo comparto continui a creare occupazione, resta insoluto il paradosso dei lavoratori introvabili, mai stati così tanti. Rispetto al 2019, quando i profili mancanti erano 210 mila (24,6%) il numero delle assunzioni di difficile reperimento si è triplicato, toccando quota 604 mila (51,8%) e a farne le spese soprattutto le aziende del Centro Nord. Secondo quanto sottolinea in una nota la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, L’occupazione nel turismo, tra opportunità e limiti di crescita, elaborata su dati Istat, le imprese faticano soprattutto a trovare cuochi, pasticcieri, gelatai e camerieri: “Il turismo rappresenta un volano per l’economia del nostro Paese, ma non possiamo ignorare l’altra faccia della medaglia: la difficoltà crescente nel trovare lavoratori qualificati rischia di trasformarsi in un’emergenza strutturale che mette a rischio lo sviluppo futuro del comparto e l’andamento positivo dell’occupazione”, ha dichiarato il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca. “Oggi più che mai è fondamentale vincere la sfida del reperimento delle competenze investendo nella formazione mirata, soprattutto aumentando gli Its”, ha concluso

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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