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Contratti “pirata”: serve trasparenza, non generalizzazione. Il CNEL renda noti i firmatari di ogni accordo

La rappresentatività non basta: conta la sostanza di contratti trasparenti e verificabili

Conf.SELP accoglie con attenzione il dossier diffuso da Confcommercio sul fenomeno dei cosiddetti “contratti pirata”, che evidenzia gli effetti negativi di intese siglate da sigle prive di reale rappresentatività: salari più bassi, minori garanzie, concorrenza sleale e perdita di gettito fiscale per lo Stato.

Tuttavia, il nostro sindacato ritiene necessario ampliare la riflessione, per evitare che il dibattito resti confinato nella sterile contrapposizione tra “rappresentativi” e “non rappresentativi”.

La rappresentatività non basta: conta la sostanza dei contratti

La rappresentatività, di per sé, centra poco con la qualità e l’applicazione dei contratti.
Non può diventare l’alibi per giustificare anche quei contratti che, pur firmati da soggetti riconosciuti, producono effetti di dumping economico e sociale.

È l’applicazione concreta che genera i danni denunciati da Confcommercio: salari impoveriti, tutele ridotte, welfare assente.

In un mercato libero anche dal punto di vista sindacale, non dovrebbe prevalere chi è “imposto per tradizione”, ma chi costruisce contratti migliori, capaci di tutelare realmente il lavoratore e mantenere sostenibile il sistema produttivo.
Possono esistere CCNL firmati da sigle minori ma scritti con competenza, così come contratti “maggiori” ma poveri di contenuti.
Il discrimine non è nel nome, ma nella sostanza e negli effetti.

Trasparenza sui firmatari: l’appello al CNEL

Conf.SELP auspica che il CNEL – custode dell’archivio nazionale dei contratti collettivi – renda finalmente pubblici i nomi dei firmatari di ogni accordo, sia sul versante datoriale che su quello sindacale.

Solo attraverso la trasparenza si potrà distinguere chi opera nell’interesse dei lavoratori e del sistema economico italiano, da chi utilizza la contrattazione per abbassare diritti e costi.

È tempo di uscire dalla logica della generalizzazione e passare alla responsabilità diretta: conoscere i nomi significa poter “redarguire i responsabili veri”, senza colpire indistintamente tutte le esperienze sindacali che, con professionalità, lavorano per migliorare le condizioni del lavoro.

Conf.SELP ribadisce che la tutela del lavoro passa da contratti di qualità, trasparenti e verificabili, non da etichette o monopoli di rappresentanza.

In un sistema realmente pluralista, deve vincere chi produce il meglio, non chi si impone per forza di sigla.
Per questo, Conf.SELP sostiene con convinzione la richiesta di trasparenza totale sui contratti collettivi depositati al CNEL, affinché il confronto nel mondo del lavoro torni a basarsi su merito, competenza e verità.

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Segretario Generale Confederazione SELP

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