Napoli-Cagliari: 1-1 (10-9 d.c.r.) Il rischio prima della sicurezza
Il Napoli di Conte sceglie di cambiare tanto, ma soprattutto sceglie di cambiare dentro. Otto rotazioni, un sistema diverso, un 3-4-2-1 che non è un esperimento isolato ma una direzione precisa. Non è turnover di gestione, è turnover di costruzione.
Lucca segna dopo settantadue giorni, con addosso tutto il peso di un investimento importante. È un gol che libera, ma non tranquillizza del tutto. Perché il Cagliari non resta a guardare, trova spazi, pareggia con Esposito, allunga la partita fino ai rigori. E lì il Napoli sopravvive più che dominare.
Buongiorno mette il sigillo dopo una sequenza infinita, ma la vera notizia resta un’altra: Conte verifica che questa squadra può reggere rotazioni profonde senza sbriciolarsi. Il risultato conta, ma il segnale che arriva è più strutturale che emotivo.
Inter-Venezia: 5-1 Quando l’accelerazione diventa metodo
A San Siro non c’è mai davvero partita. Ma limitarsi al 5-1 sarebbe riduttivo. L’Inter di Chivu non vince per inerzia, vince per scelta. Verticalizzazione immediata, pochi tocchi, pressione alta. Una squadra che non accompagna l’azione: la attacca.
Diouf segna al 18’, Esposito al 20’ con una giocata che racconta molto più di un gol: tecnica, istinto, formazione. Thuram chiude il cerchio con una doppietta che pesa più per il contesto che per il numero. Quando l’Inter gioca in questo modo, l’attaccante non deve inventarsi nulla: trova spazio.
Il Venezia resiste per un quarto d’ora. Poi i numeri diventano una sentenza: 139 passaggi nella trequarti avversaria, 3,22 xG contro 0,15. Non è solo superiorità. È una scelta precisa di come vincere.
Lazio-Milan: 1-0 Creare non basta
All’Olimpico, tutt’altro clima. Primo tempo bloccato, tattico, quasi soffocato. Squadre ordinate, poche sbavature, nessuna volontà di esporsi davvero. Nel secondo tempo il Milan cresce, gestisce meglio il pallone, costruisce.
Leao ha l’occasione che cambia le partite e la spreca. È un dettaglio che pesa più di quanto sembri. Perché dieci minuti dopo, su corner, Zaccagni colpisce di testa e sposta tutto dalla parte della Lazio, proprio mentre il Milan stava producendo di più.
I numeri dicono che il Milan ha fatto di più: tiri, xG, presenza offensiva. Il tabellone dice altro. E resta una sensazione chiara: il Milan ha creato senza mai prendere davvero il controllo emotivo della partita. Ha prodotto, ma non ha imposto.
Juventus-Udinese: 2-0 Meno rumore, più direzione
Il 2-0 dell’Allianz non racconta tutto. La Juventus di Spalletti sta cambiando senza dichiararlo apertamente. Meno costruzione laterale, più ricerca immediata della profondità. Meno attesa, più aggressione degli spazi.
L’autogol nasce da un sovraccarico preciso sulla fascia, da un meccanismo studiato. Il rigore nasce dalla pressione costante. Sono due episodi, ma dentro c’è un’idea: attaccare senza perdere equilibrio.
Il possesso è della Juve, anche i dati, ma ciò che resta è la sensazione di una squadra che non si limita più a proteggersi. Non è ancora una squadra definitiva, ma è una squadra che si sta muovendo.
Tabellone Quarti di Finale
Il tabellone è prestabilito con due quarti già definiti nella parte sinistra: Bologna-Lazio e Juventus-Atalanta, programmati tra 4 e 11 febbraio 2026.
Nella parte destra attendono l’Inter attende la vincente tra Roma e Torino, mentre il Napoli la vincente tra Como e Fiorentina.

