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Fuga di giovani all’estero, così l’emigrazione rischia di soffocare l’economia italiana

Sempre più under 35 si trasferiscono in altri Paesi in cerca di migliori condizioni di lavoro: pesano salari bassi, precariato e difficoltà di inserimento nel mercato

C’è un fenomeno drammatico al quale opinione pubblica e politica sembrano essersi assuefatte: l’emigrazione dei giovani. Tutti ne parlano, snocciolano dati, ipotizzano soluzioni ma nessuno, in concreto, si adopera per invertire una tendenza che rischia di avere un impatto devastante sul tessuto economico-sociale italiano. Eppure l’emigrazione dei giovani ha raggiunto dimensioni enormi in un momento in cui, tra l’altro, economia e occupazione risultano in lieve miglioramento. Dal 2010 al 2024 il peso dei giovani emigrati nella fascia compresa tra 18 e 39 anni è aumentato dal 51,7 al 60%. E, in questa fascia anagrafica, si è registrata una riduzione di quasi tre milioni di residenti con l’ulteriore conseguenza che il tasso di emigrazione è passato dall’1,4 al 7,9%. Il dato più allarmante riguarda i giovani laureati di età compresa tra 25 e 34 anni: nel 2023 sono andati via dall’Italia in 20mila, un numero pari al 51% delle partenze di persone appartenenti a quella fascia anagrafica. In poco più di vent’anni i laureati sono passati dal 15 al 40% degli emigrati italiani tra 25 e 64 anni.
Al di là dei freddi numeri, che comunque fotografano il fenomeno meglio di chiunque altro, ci sono alcuni aspetti dell’emigrazione dei giovani che meritano di essere evidenziati. Fino al 2011 una quota significativa degli espatri era legata ai rapporti con le comunità italiane presenti all’estero. Ma dopo la crisi economica del 2011, e ancor più dopo quella innescata dal Covid, è cresciuta in modo esponenziale la parte di giovani che decidono di abbandonare l’Italia per motivi di lavoro. E, spesso e volentieri, quei ragazzi sono neolaureati, il che conferma come dal nostro Paese si scelga di andare via soprattutto per cercare migliori chance professionali e personali. Altra caratteristica del fenomeno è la trasversalità geografica: l’emigrazione dei giovani non viene più solo da Sud ma anche dal Centro-Nord, dunque riguarda soggetti fisicamente e lavorativamente più vicini ai mercati del Nord Europa. Tra le destinazioni preferite dei giovani italiani ci sono Regno Unito, Germania, Francia, Svizzera e Stati Uniti, ma oggi pure Canada e Paesi asiatici che sono percepiti come promettenti dal punto di vista delle opportunità professionali.

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Collaboratore - Articoli pubblicati: 4

Giornalista con oltre quindici anni di esperienza, specializzato in lavoro, economia e società. Noto per le sue analisi approfondite e lo stile equilibrato, si concentra sull'impatto delle politiche e dei trend sul tessuto sociale ed economico italiano. Ha iniziato la sua carriera in testate locali, sviluppando una profonda comprensione delle dinamiche del mercato del lavoro e delle sfide sociali a livello regionale.

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