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Serie A – 4ª giornata. Napoli,Soffrire per restare in vetta, Identità che emergono, fragilità che resistono

 

La quarta giornata di Serie A ha consegnato più di una fotografia nitida. Non è stata solo una distribuzione di punti, ma un insieme di messaggi: alcune squadre consolidano un’identità, altre faticano a correggere difetti strutturali, altre ancora sorprendono per coraggio. Dal derby romano al manifesto tattico del Milan, passando per l’orgoglio ritrovato dell’Inter e la sofferenza vincente del Napoli, il turno ha messo sul tavolo indizi preziosi.

Napoli – Pisa 3-2 

Soffrire per restare in vetta

Il Napoli conquista la vetta solitaria della Serie A, con 16 gare da imbattuto nella competizione e fa 4/4 in questa stagione.

Lo fa però soffrendo più del dovuto. Il Pisa non si è mai abbassato tanto, se non quando la partita è stata in parità, ha pressato alto in alcune occasioni e ha costretto i partenopei a giocare con coraggio fin dalla costruzione. La squadra di Conte ha comandato nel primo tempo con buon ritmo, trovando il vantaggio con Gilmour e beneficiando del lavoro di Højlund, capace di fare reparto da solo e di far salire i compagni.

La ripresa ha rivelato crepe. Di Lorenzo e Beukema, seppur fortuitamente, sono stati colpevoli in entrambi i gol subiti, non disputando in toto una buona prestazione , Elmas ha mostrato limiti evidenti nelle transizioni negative, mentre Spinazzola ha vissuto un’altra serata da protagonista, decisivo in entrambe le fasi. L’ingresso di Lucca ha cambiato la gara: lavoro sporco, protezione palla e un gol magnifico che ha rimesso la partita sui binari giusti.

I due gol incassati derivano da errori individuali più che da fragilità sistemiche, ma confermano che la concentrazione difensiva va alzata nei finali. La vittoria, comunque, certifica un Napoli in grado di soffrire come le grandi reduci dalla Champions, ma anche di restare saldo in vetta, a punteggio pieno, con la sensazione di poter crescere ancora.

Lazio – Roma:0-1

Nel derby della Capitale la Roma ha vinto di pragmatismo. Alleggerita dall’ossessione estetica, la squadra ha chiuso il centro, indirizzando la Lazio sul lato Tavares e colpendo grazie a Pellegrini e ai movimenti di Soulé e Ferguson. Non è stata una Roma scintillante, ma credibile. La Lazio, al contrario, ha confermato i suoi limiti: pressing disunito, transizione difensiva fragile, poca capacità di incidere dopo aver rotto la prima pressione.

Torino – Atalanta:0-3

A Torino l’Atalanta ha travolto i granata in otto minuti di furia: riaggressioni feroci, corse in verticale, lucidità nel leggere le traiettorie. È la versione “europea” della Dea, capace di imporre ritmo e intensità. Il Torino invece si è sciolto mentalmente, concedendo spazi enormi e mostrando una struttura difensiva disconnessa.

Fiorentina – Como:1-2

La Fiorentina ha vissuto una serata a due facce: padrona per mezz’ora, ma incapace di reggere alla distanza. Il blackout fisico e mentale ha spalancato la strada al Como di Fabregas, ordinato nei blocchi, lucido nel ribaltare la gara. Per Pioli resta il nodo della stabilità tattica: il 4-4-2 fluido continua a mostrare falle in fase difensiva.

Bologna – Genoa: 2-1

Il Bologna ha confermato la sua crescita. Ha dominato a lungo, ha sofferto nel finale, ma ha trovato in Castro e Orsolini le risorse per piegare un Genoa troppo dipendente dagli episodi. Una vittoria di maturità, utile a consolidare ambizioni europee.

Verona – Juventus: 1-1

A Verona la Juventus ha confermato il suo problema più grande: tanta gestione, poca incisività. Conceição ha dato vivacità, ma la squadra è rimasta sterile negli ultimi venticinque metri, incapace di accelerare dopo il vantaggio. Il Verona ha messo spirito e pressing, ha sfruttato bene la transizione e gestito il rigore con lucidità, pur rinunciando troppo al pallone.

Udinese – Milan:0-3

Udine ha regalato il manifesto del nuovo Milan di Allegri: un 3-5-2 corto, pressing alto, Pulisic devastante con due gol e un assist. L’Udinese è stata soffocata, incapace di uscire dal pressing e di costruire con qualità. Allegri ha già impresso la sua firma: intensità, solidità e cinismo.

Inter – Sassuolo: 3-0

L’Inter ha risposto con orgoglio dopo due sconfitte. Gli esterni hanno fatto la differenza: Dimarco e Carlos Augusto hanno propiziato i due gol, ma la gestione del vantaggio resta nervosa. Il Sassuolo ha trovato con Cheddira la rete della speranza e ha messo in difficoltà i nerazzurri, che hanno però resistito con ordine. Vittoria importante per morale e classifica, ma con avvisi da non sottovalutare.

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Studente di Giurisprudenza, con esperienza amministrativa e interesse per ambito legale, aziendale e risorse umane.

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