
De Bruyne per alzare l’asticella e riconfermarsi, Højlund chiamato a raccogliere l’eredità di Lukaku. Inter la principale rivale, Juve e Roma tengono il passo con prestazioni solide e convincenti, Milan ancora un cantiere aperto.
Il campionato di Serie A ha imboccato subito un sentiero chiaro: il Napoli campione d’Italia in carica detta il ritmo, le altre inseguono. La squadra di Antonio Conte ha consolidato un organico già rodato e lo ha arricchito inserendo varie opzioni di qualità, anche in vista della champions league che metterà a dura prova la tenuta fisica e mentale la squadra partenopea. Il valore aggiunto più importante resta la conferma di Antonio Conte, assoluto condottiero della passata stagione, capace di evolversi in qualsiasi situazione di difficoltà, dando alla squadra una mentalità guerriera e mai arrendevole, in un calcio in cui gli allenatori impattano veramente tanto, averlo dalla propria parte è il primo tassello per creare un progetto duraturo.L’arrivo di Kevin De Bruyne ha portato leadership, visione di gioco e geometrie, chiaro segnale di un progetto tecnico che mira alla riaffermazione in campo nazionale e di progressi significativi in quello europeo. Il campo ci dirà molto anche sulla tenuta fisica del fuoriclasse belga che nelle ultime stagioni è stata segnata da qualche acciacco. In avanti c’è grande curiosità per l’impatto di Rasmus Højlund, chiamato a sostituire Lukaku, anche se con caratteristiche diverse, ma con esperienza della serie a della champions league e in generale di pressioni che possono pesare in stagioni del genere, nonostante la giovane età. L’impressione è che il Napoli abbia mantenuto la forza dello scorso anno, ed aggiunto nuove soluzioni di livello, che aiuteranno l’11 titolare dell’anno scorso, al netto forse due o tre cambi: Kevin de bruyne che sarà sicuramente nuovo titolare, e potrebbe diventarlo anche gutierrez, terzino sinistro ex girona molto interessante.
Il campo ci dirà però come verrà affrontata la vera incognita: la doppia competizione, con ancora più partite rispetto al passato
Inter, la rivale più credibile
Se c’è una squadra che può guardare il Napoli dritta negli occhi, è l’Inter. Nonostante la frenata contro un’ottima Udinese prima della sosta, il gruppo resta di primissimo livello, rosa che l’anno scorso era considerata la più forte e completa, che ha aggiunto alcuni pezzi molto interessanti: : Akanji in difesa e Sucic a centrocampo su tutti, ampliando l’attacco con bonny e pio esposito.
Peccando però nel non aver costruito nuove opzioni tattiche, come sarebbe stato sicuramente Ademola Lookman, prototipo di giocatore che servirebbe alla squadra neroazzurra, capace di essere devastante qualora i meccanismi tattici girano perfettamente, ma sempre quasi ultima nelle statistiche riguardo i dribbling apportati dai giocatori, chiave tattica che potrebbe servire molto in caso di partite chiuse e squadre avversarie con blocco basso, o comunque in giornate poco brillanti della squadra.
Altro aspetto da non sottovalutare è che c’è stato un cambio in panchina molto pesante, si è chiuso in un ciclo sicuramente straordinario con due finali champions in 3 anni e uno scudetto vinto raggiungendo la seconda stella, ma un percorso che ha lasciato diverse scorie e soprattutto la fine della scorsa stagione ha appesantito molto lo spogliatoio nerazzurro. Sarà da vedere come una figura come Chivu, seppur leader e uomo vero eroe del triplete, ma comunque un giovane allenatore con soli 6 mesi di esperienza in serie a, sarà capace di reggere queste pressioni. L’atteggiamento della squadra contro l’udinese, scioltasi come neve dopo il primo goal subito, seppur entrata meglio nel secondo tempo, ma comunque provando un’arrembaggio disperato, non promette molto bene. Preoccupanti, poi, sono proprio le parole del tecnico rumeno in conferenza stampa in cui ha parlato di ritrovare le motivazioni già durante la sosta nazionale, cosa molto curiosa e detta in un momento di stagione in cui le motivazioni dovrebbero essere tante.
Juventus, difesa blindata e un Vlahovic ritrovato
La nuova Juventus di Tudor ha puntato forte sulla solidità difensiva, soprattutto con il recupero di Gleison Bremer, e i primi segnali sono positivi. Gli arrivi di David, Openda e Zhegrova hanno ridato profondità al reparto offensivo, mentre la vera sorpresa è la ritrovata vena realizzativa di Vlahovic, che dopo un’estate da separato in casa si è ripreso un ruolo centrale, allenandosi sempre da professionista vero. Se Tudor riuscirà a dare continuità in avanti, la Juve potrà rientrare tranquillamente nel gruppo delle pretendenti.
Roma, entusiasmo ma un nodo da sciogliere
La Roma di Gasperini ha iniziato con entusiasmo e buoni risultati, ma i veri test devono ancora arrivare. Il mancato arrivo di un esterno offensivo di peso resta un cruccio e potrebbe incidere nel lungo periodo. La compattezza difensiva è un dato confortante, ma serviranno risposte contro avversari di livello superiore.
Milan, tanti volti nuovi ma poca omogeneità
Più complicata la situazione del Milan di Allegri. L’organico è stato profondamente rinnovato, con innesti interessanti ma non sempre complementari, frutti di un mercato spesso confusionario, che hanno delineato una certa mancanza di unione d’intenti degli organi societari e tecnici anche riguardo la visione tecnica della rosa, per esempio tra i nomi fatti per il centravanti, si è parlato di Vlahovic, Harder, per poi prendere Nkunku, profili tecnici completamente differenti. A centrocampo si avverte mancanza di equilibrio, ma con l’innesto di rabiot che dovrebbe essere affiancato da modric in regia e fofana come equilibratore, oltre ad essere l’unico che ha nel bagaglio tecnico le corse all’indietro per equilibrare la squadra, potrebbero aver messo una pezza.
Mentre la difesa appare incompleta, manchevole di un giocatore che sia capace di impostare. Allegri dovrà lavorare molto per trasformare il potenziale della rosa in una squadra competitiva.
Atalanta e outsider, tra ritardi e incognite
L’Atalanta sembra leggermente in ritardo rispetto ai suoi standard, mentre squadre come Lazio, Bologna e Fiorentina alternano buone prove a cali improvvisi. L’effetto Como si è già ridimensionato: dopo l’exploit con la Lazio è arrivata la sconfitta col Bologna, segno che la continuità sarà il vero banco di prova per le neopromosse ambiziose.
Un quadro ancora in evoluzione
La sensazione è che per capire davvero le gerarchie occorrerà attendere il blocco di partite che porterà al secondo stop per le Nazionali, fissato per il 12 ottobre. Fino ad allora il calendario metterà a confronto diretto molte big, e solo allora si potrà capire chi avrà la forza di reggere il passo del Napoli. Per il momento, però, la fotografia è chiara: il campione in carica è partito forte e ha alzato l’asticella, costringendo le avversarie a inseguire fin dall’inizio.