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Portiere 13enne picchiato, escluse dal torneo le squadre coinvolte

Linea dura del comitato organizzatore del Superoscar: “Il rispetto prima del risultato”

Un episodio che non dovrebbe mai accadere nello sport giovanile ha scosso il torneo Superoscar, storica manifestazione calcistica di base. Durante una partita della categoria Esordienti, un portiere di appena 13 anni è stato aggredito e picchiato. Il giovane calciatore, colpito violentemente, ha riportato contusioni ma soprattutto un forte spavento. Soccorso subito dai presenti, le sue condizioni non destano preoccupazioni, ma resta lo shock per quanto avvenuto.

Secondo le prime ricostruzioni, la tensione in campo si è trasformata in un gesto violento che nulla ha a che fare con il calcio e con i valori dello sport. Il comitato organizzatore del Superoscar ha reagito senza esitazioni: le squadre coinvolte sono state escluse dal torneo. Una scelta dura, ma considerata necessaria per ribadire il principio che non ci può essere spazio per la violenza, soprattutto quando in campo ci sono ragazzi che dovrebbero vivere il calcio come gioco, passione e momento educativo.

“Il nostro torneo – hanno spiegato gli organizzatori – nasce con lo spirito di formare giovani calciatori e cittadini. Non tollereremo mai episodi che possano mettere in pericolo la sicurezza dei ragazzi o trasmettere messaggi sbagliati. La crescita passa attraverso il rispetto reciproco, non attraverso la sopraffazione”.

La decisione ha acceso il dibattito tra genitori, allenatori e addetti ai lavori: da un lato c’è chi plaude al provvedimento, ritenendolo l’unico modo per lanciare un segnale forte; dall’altro emergono le perplessità per i tanti giovani calciatori estranei ai fatti che non potranno più disputare la competizione.

Il caso riporta al centro una riflessione più ampia: il ruolo educativo dello sport di base. Troppo spesso, nelle categorie giovanili, la ricerca del risultato prende il sopravvento sull’obiettivo principale, che resta quello di far crescere i ragazzi, insegnando loro regole di convivenza, spirito di squadra e rispetto dell’avversario.

La speranza è che l’episodio resti un caso isolato e che da questa vicenda nasca un impegno più forte, condiviso tra famiglie, società e istituzioni sportive, per restituire al calcio giovanile la sua essenza: divertimento, amicizia e crescita personale.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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