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Salario minimo: l’Italia lo osteggia, la Germania lo aumenta

Il governo Merz presenta un piano per incrementare le retribuzioni di qui al 2027, mentre nel nostro Paese le proposte sul tema giacciono in Parlamento

La Corte di giustizia ha recentemente salvato la direttiva dell’Unione europea sul salario minimo legale. Ciononostante l’Italia resta tra i pochi Paesi europei a non aver ancora adottato una legge che vieti retribuzioni al di sotto di un certo livello. Discorso diverso per la vicina Germania, dove il governo annuncia un piano articolato in due fasi per portare il salario minimo a 14,60 euro l’ora entro il 2027.

La decisione del governo tedesco segue le raccomandazioni di una commissione paritetica composta da rappresentanti dei datori di lavoro e dei sindacati. Il programma prevede un primo aumento del salario minimo a 13,90 euro l’ora all’inizio del 2026. In una seconda fase, destinata a concludersi entro il 2027, il salario minimo toccherà quota 14,60 euro l’ora. Per quanto significativo, però, l’incremento del salario minimo resta al di sotto dell’obiettivo di 15 euro l’ora già entro il 2026 che era stato sostenuto dalla coalizione di governo del cancelliere Merz.

Anche in Germania la decisione di incrementare il salario minimo, introdotto per la prima volta nel 2015, è osteggiata da una parte della politica, del mondo produttivo e degli addetti ai lavori. Secondo diversi osservatori, infatti, l’aumento del costo del lavoro potrebbe mettere a rischio migliaia di posti di lavoro, soprattutto in un contesto economico difficile segnato da due anni consecutivi di contrazione. A testimonianza di questa fragilità, la disoccupazione ha toccato i tre milioni di unità in agosto, per la prima volta in un decennio, prima di registrare un lieve calo nei dati di settembre.

Introdotto nel 2015, in Germania il salario minimo è stato protagonista di un costante aumento nel corso degli ultimi dieci anni. Attualmente il salario minimo si applica a tutti i dipendenti, con alcune eccezioni, e si attesta a 12,82 euro l’ora per un totale di 2.161 euro lordi mensili. Questi numeri fanno della Germania uno dei Paesi europei in cui il salario minimo è superiore ai 1.500 euro mensili. Resta lontano, comunque, il Lussemburgo: qui il salario minimo raggiunge il valore-record di 2.704 euro mensili.

Ma come funziona il salario minimo negli 21 Paesi europei che l’hanno introdotto per legge? In Belgio, sin dal 1975 esiste il reddito minimo mensile medio garantito che, in seguito all’ultima indicizzazione, ammonta effettivamente a 2.112 euro lordi. È rivolto ai dipendenti assunti con contratto di lavoro dai 18 anni in su e che lavorano a tempo pieno.

In Olanda il salario minimo esiste dal 1969, attualmente ammonta a 2.246 euro lordi mensili, si applica solo ai dipendenti assunti con contratto ed è progressivo: dai 15 ai 21 anni aumenta in base all’età, poi diventa fisso.

Ancora, in Irlanda il salario minimo nazionale ammonta a 2.282 euro lordi al mese e vi hanno diritto i lavoratori a tempo pieno, a tempo parziale, temporanei, occasionali e stagionali di età superiore ai 20 anni. A partire dal prossimo anno, però, il salario minimo nazionale sarà sostituito col salario di sussistenza. Per determinare la cifra, il governo sta adottando un approccio a soglia fissa del 60% del salario mediano, con l’obiettivo di far salire il reddito da 11,30 a 13,10 euro lordi l’ora.

In Spagna il primo salario minimo risale al 1963. L’importo attuale è di 1.381 euro lordi al mese ed è determinato su base mensile o giornaliera, ma con valori inferiori per i lavoratori temporanei, stagionali e domestici. In Francia, tra i primi Paesi ad averlo introdotto nel 1950, il salario minimo è pari a 1.802 euro lordi mensili e viene rivalutato in base all’aumento dei prezzi e del salario. Si applica a tutti i dipendenti che abbiano almeno 18 anni, indipendentemente dal contenuto e dalla forma del contratto di lavoro e della retribuzione.

Al pari di Austria, Danimarca, Svezia e Finlandia, invece, l’Italia non ha ancora introdotto un salario minimo per legge. Dopo i disegni di legge presentati in Parlamento e mai approvati, il centrosinistra ha inserito il salario minimo legale nel proprio pacchetto di emendamenti alla manovra finanziaria per il 2026, attualmente in discussione al Senato. Difficile, però, che la nuova norma venga approvata.

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Direttore Editoriale - Articoli pubblicati: 192

Libero Professionista, impegnato oltre che sul fronte dei servizi e prestazioni connesse al tema della prevenzione degli infortuni in ambienti di lavoro, ha maturato una notevole esperienza nell’ambito delle relazioni sindacali, ed oggi è tra i fondatori di diverse realtà sindacali di carattere Nazionale.

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