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Il Napoli ritrova sé stesso, la Roma resiste, l’Inter smarrita e la Juve in crisi: l’ottava ridisegna la Serie A

Il campionato resta un mosaico di equilibri in movimento. L’ottava giornata di Serie A non incorona ancora un padrone, ma ridisegna le gerarchie: il Napoli ritrova gioco e gruppo con una prova di forza contro l’Inter, la Roma continua a vincere pur senza convincere, il Milan spreca l’occasione per rimanere in vetta, mentre la Juventus scivola ancora più giù, travolta dalla confusione e il Bologna conferma il proprio stato di forma. Sullo sfondo, la Lazio cresce con ordine, la Cremonese conferma di non essere più una sorpresa passeggera e la Fiorentina conferma il periodo di forte crisi.

Milan-Pisa 2-2 – Supremazia sterile e rimpianti rossoneri

Un pareggio che pesa più di una sconfitta. Il Milan, privo di Estupiñán e Rabiot, fatica a dare continuità e lascia due punti contro un Pisa coraggioso. Gli episodi dubbi non mancano: entrambi i gol rossoneri arrivano con giocatori in posizione sospetta che ostruiscono la visuale del portiere, ma il VAR convalida; il gol di Nzola, invece, vede un contatto non fischiato ai danni di un milanista.

Il Milan ha spesso sofferto sulle ripartenze veloci del Pisa, soprattutto sulle fasce, dove i terzini hanno lasciato spazi sfruttati dagli ospiti. Nel finale, Saelemaekers sciupa l’occasione per il 3-2 con un colpo di punta “da calcetto” dopo un’azione personale. Le statistiche raccontano un Milan dominante (20 tiri a 8), ma i gol attesi dicono parità: tanto volume, poca sostanza. La squadra di Allegri crea, ma non punge — e in un campionato così equilibrato, pesa come una sconfitta.

L’impressione generale è che il Milan crei molto, ma senza riuscire a chiudere le partite; il Pisa invece ha mostrato carattere e lucidità nel punire ogni minimo errore.

Napoli-Inter 3-1 – Conte ritrova il gruppo, l’Inter perde le misure

Dopo la sconfitta di Eindhoven serviva un segnale, e il Napoli lo manda forte e chiaro. Conte sorprende tutti e, nonostante le numerose assenze pesanti, lascia in panchina quasi tutti i nuovi acquisti — tranne De Bruyne, imprescindibile — per riaffidarsi a chi lo spogliatoio lo conosce da anni. È una scelta psicologica prima ancora che tattica: ricompattare il gruppo prima della tattica.

Il colpo di genio arriva con Neres falso nueve, mossa che manda in tilt Acerbi e apre varchi ovunque. Da lì nasce tutto: il rigore procurato dal brasiliano e trasformato da De Bruyne, il raddoppio di McTominay su inserimento nello spazio creato dallo stesso Neres e infine il 3-1 di Anguissa, frutto di una splendida azione corale costruita a partire da una rimessa laterale gestita in modo impeccabile.

Il Napoli convince e diverte, dimostrando che la reazione di gruppo vale più di ogni innesto. L’Inter, invece, smarrisce compattezza e lucidità: dominio sterile, lentezza nelle transizioni, scarsa reazione. Vittoria netta per Conte, che ritrova identità e spogliatoio.

Cremonese-Atalanta 1-1 – Juric senza impronta, Vardy simbolo della rivelazione

L’Atalanta non decolla. Juric non ha ancora trovato la chiave giusta: tanto possesso, poca incisività, nessun segno distintivo. La Cremonese, invece, continua a sorprendere e conferma una solidità che non sembra più episodica. Il gol di Vardy, nato da un rimpallo trasformato in rete con l’istinto del veterano, racconta la fame di una squadra che sa sfruttare ogni occasione.

Per l’Atalanta è l’ennesimo pareggio che lascia l’amaro in bocca: la mole di gioco non si traduce in punti, e il progetto tecnico resta sospeso tra idea e realizzazione. La Cremonese, invece, consolida la sua dimensione da squadra vera, capace di reggere il confronto con chiunque.

Sassuolo-Roma 0-1 – Roma cinica, ma ancora senza identità

La Roma vince ancora e resta in vetta con il Napoli, ma continua a non convincere. Gasperini sceglie di partire con Dybala da falso nove, lasciando Dovbyk e Ferguson inizialmente in panchina: decisione che paga sul piano del risultato, non su quello della fluidità. Il gol dell’argentino arriva nel momento di maggiore difficoltà, in una gara che Svilar tiene in piedi con interventi decisivi.

Il Sassuolo gioca a tratti, alternando fasi di pressione alta a momenti di disordine. Grosso deve trovare equilibrio per valorizzare una squadra che ha qualità, ma ancora poca tenuta mentale. La Roma resta solida, ma la sensazione è che manchi ancora un’identità definita.

La differenza l’ha fatta l’esperienza dei giallorossi, capaci di chiudere i varchi centrali e sfruttare l’unico errore avversario.

Fiorentina–Bologna 2–2 – Il Franchi resta terreno di beffe e speranze

Il Bologna arriva al Franchi in un momento di forma brillante e con la possibilità concreta di superare l’Inter al quarto posto. La squadra di Italiano, forte di fiducia e continuità, cerca il riscatto dopo la beffa dello scorso anno, quando nel finale la vittoria gli sfuggì proprio contro la Fiorentina. Dall’altra parte, i viola vivono uno dei momenti più complicati degli ultimi anni: 18ª posizione, soli 3 punti in 7 gare. La posta in gioco rende la partita naturalmente avvincente, con il Bologna che parte forte e mette subito in chiaro la propria superiorità: Castro trova un gol spettacolare che termina nel sette, seguito da un raddoppio che conferma il predominio iniziale.

La Fiorentina sembra destinata alla sconfitta, ma la partita prende una piega diversa quando il Bologna vede annullato un terzo gol che avrebbe chiuso la gara. Quel momento diventa un punto di svolta: la Fiorentina si rende conto che può ancora reagire e riesce a sfruttare due rigori per evitare la sconfitta.

Nonostante il pari finale, la partita evidenzia luci e ombre per entrambe le squadre. Il Bologna mostra continuità di gioco e concretezza, confermandosi tra le squadre più competitive della Serie A, ma continua a soffrire la pressione dei momenti decisivi e l’ultima beffa al Franchi pesa sul morale. La Fiorentina, pur rimanendo in crisi, dimostra resilienza e carattere. Se Pioli non riesce a trovare la quadra in tempi rapidi, la pressione sul tecnico aumenta e la possibilità di un esonero non è da escludere.

Lazio-Juventus 1-0 – Sarri costruisce, Tudor si smarrisce

La Lazio cresce un passo alla volta. Anche senza Castellanos, la squadra di Sarri mostra un’identità sempre più chiara. Il gol di Basic, ex fuori rosa rilanciato per necessità e premiato con la rete decisiva, racconta lo spirito del gruppo.

La Juventus, invece, sembra aver perso direzione. Tudor non riesce a trasmettere idee né intensità: la squadra gioca a sprazzi, senza coerenza tattica. L’esclusione di Yildiz dall’inizio lascia perplessi e pesa sul piano offensivo. È un’altra serata buia per una Juve che sulla carta avrebbe tutto per competere, ma che in campo sembra spenta e senza guida.

La Lazio ha saputo gestire bene gli spazi e impostare ripartenze rapide, mentre la Juve ha mostrato nervosismo e imprecisione nei passaggi chiave.

Due capolista diverse, un campionato senza padrone

Napoli e Roma comandano, ma con filosofie opposte: i partenopei con gioco e identità, i giallorossi con concretezza e carattere. Dietro, il Milan non capitalizza, l’Inter si inceppa, il Bologna conserva le proprie ambizioni, l’Atalanta resta incompiuta, la Lazio risale e la Juventus affonda. Sul fondo, la Fiorentina cerca di uscire da una crisi che rischia di diventare strutturale e Pioli deve trovare rapidamente la quadra per non compromettere la stagione.

È una Serie A liquida, dove l’equilibrio cambia ogni settimana e chi sa riconoscersi nel momento giusto può trasformare una giornata in una svolta.

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Collaboratore - Articoli pubblicati: 6

Ingegnere Gestionale con 3 anni di esperienza in progetti di digitalizzazione dei processi e compliance regolatoria per una primaria azienda europea del settore energia. Dopo un primo percorso come Business Analyst, oggi opero come Consultant, coordinando team cross-funzionali e guidando iniziative di trasformazione dei processi aziendali in ottica digitale e normativa.

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