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Fino al 2029 avremo bisogno di 3,7 milioni di lavoratori qualificati

Il rapporto “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine"

Il mercato del lavoro italiano tra il 2025 e il 2029 potrà esprimere un fabbisogno compreso tra 3,3 e 3,7 milioni di occupati qualificati.

Lo spiegano le “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2025-2029)”, elaborate nell’ambito di Excelsior, realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro.

Incide in particolare l’effetto positivo atteso dall’utilizzo delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: si stima che l’impatto occupazionale del Pnrr nel caso di piena realizzazione degli investimenti possa raggiungere le 809mila unità tra il 2025 e il 2029.

Si prevede che tra il 37% e il 39% del fabbisogno occupazionale del quinquennio riguarderà professioni per cui è richiesta una formazione terziaria (laurea, diploma ITS Academy o AFAM), e il 45-46% personale in possesso di una formazione secondaria di secondo grado tecnico-professionale. Nell’istruzione terziaria sarà elevato il fabbisogno di persone con un titolo in ambito STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics). Infine, nel 4% dei casi il profilo richiesto avrà un diploma liceale.

In particolare, nell’istruzione terziaria sarà elevato il fabbisogno di persone con un titolo in ambito Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e si prevede che potrebbe arrivare a superare del 25% il numero di giovani in possesso di questo tipo di formazione che faranno ingresso nel mercato del lavoro, portando quindi a un mismatch rilevante tra domanda e offerta di lavoro.

Il mismatch dovrebbe essere particolarmente accentuato nel caso dei percorsi a indirizzo ingegneristico, a esclusione di quelli legati all’edilizia e all’architettura, con una mancanza di circa 7-10mila giovani laureati o diplomati ITS Academy in media all’anno. Secondo le stime, un divario rilevante riguarderà anche l’area strettamente scientifica (scienze matematiche, fisiche e informatiche), nell’ambito dalla quale si prevede che, a seconda dello scenario, ogni anno mancheranno tra 3mila e 5mila giovani. Altri indirizzi per i quali sono attesi mismatch rilevanti, compresi tra 10mila e 13mila unità all’anno sono quello meccanico e quello agricolo-agroalimentare.

Il mismatch tende a formarsi perché università e accademie difficilmente riusciranno a seguire lo stesso ritmo del mondo del lavoro, e offrire percorsi adatti alle richieste nello stesso arco temporale.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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