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Inter cinica a Bergamo, Napoli e Milan vincenti, Juve in corsa, Roma straripante: il recap dell’ultima giornata di Serie A del 2025

L’ultima giornata di Serie A del 2025 consegna un campionato più aperto che mai, fatto di episodi decisivi, individualità determinanti e squadre chiamate a confermare le proprie ambizioni. Dalla vetta, difesa con esperienza dall’Inter a Bergamo, passando per la ritrovata solidità del Napoli in trasferta, alla continuità del Milan e alla crescita europea della Juventus, fino al tris della Roma, il weekend racconta una Serie A equilibrata e intensa, dove ogni dettaglio può fare la differenza.

Atalanta – Inter 0-1: Djimsiti da horror, Lautaro Martinez da sogno

A Bergamo va in scena la partita più attesa del weekend di Serie A, il posticipo dell’ultima giornata del campionato nel 2025. L’Atalanta, forte della scossa ricevuta da mister Palladino e dei successi ottenuti nelle ultime uscite, ospita l’Inter di Chivu, chiamata a difendere la vetta dagli agguati delle inseguitrici.
Le formazioni devono fare i conti con alcune assenze: i bergamaschi rinunciano a Lookman e Bellanova, mentre gli ospiti sono privi di Dumfries e Acerbi. Sulla carta il match appare equilibrato, con l’Inter leggermente favorita alla luce dei precedenti tra le due squadre; Palladino, però, sa bene come invertire questa tendenza, forte anche dei successi conquistati contro i nerazzurri ai tempi della Fiorentina.

L’equilibrio si riflette anche sul campo. Il doppio play scelto da Chivu garantisce una superiorità numerica in mezzo, ma la fantasia di De Ketelaere e la struttura di Scamacca riescono a creare spazi nella retroguardia interista. Il gol che decide la partita nasce da un episodio: un errore grave di Djimsiti che regala palla a Esposito, bravo poi a servire l’assist per il gol di Lautaro Martinez.

Da quel momento il match si accende. L’Atalanta si riversa in avanti, cambia assetto passando dal 3-4-2-1 al 4-2-3-1, ma Samardzic spreca la grande occasione del pareggio. Da lì in poi la partita perde intensità e nei minuti finali l’Inter gestisce, anche con un po’ di mestiere, portando a casa tre punti pesantissimi.

Il risultato rispecchia quanto visto in campo: una gara equilibrata, che avrebbe potuto premiare entrambe le squadre. In queste situazioni, però, l’Inter dimostra ancora una volta cinismo ed esperienza. Palladino incassa una battuta d’arresto, ma conferma comunque le proprie qualità in panchina.

Cremonese – Napoli 0-2: Højlund mattatore, Napoli solido e cinico

Il Napoli arriva a Cremona da “Supercampione” dopo il successo in Supercoppa Italiana contro il Bologna, con l’obiettivo di trovare continuità e solidità anche lontano dal Maradona. Il modulo è ancora il 3-4-3 scelto da mister Conte per fronteggiare l’emergenza infortuni, un sistema che il tecnico padroneggia alla perfezione. La Cremonese, dal canto suo, ritrova pedine importanti come Payero e Bianchetti e prova a rendere la vita difficile ai partenopei, come già fatto contro altre big.

La partita, però, ha un solo padrone. Il Napoli domina il gioco, spinge sulle corsie laterali e spegne sul nascere le ripartenze avversarie grazie alla solidità del reparto centrale. Il vantaggio arriva proprio dagli esterni: Politano mette il pallone in mezzo, Spinazzola calcia dal limite e sulla respinta Højlund è il più rapido a trovare il gol al 13’.

Da quel momento i partenopei non danno mai l’impressione di poter andare in difficoltà, anche complice qualche errore tecnico della Cremonese. Il raddoppio nasce da un’azione simile e vede ancora protagonista l’attaccante danese. I numeri sono eloquenti: 2.54 di xG per il Napoli, 22 tiri complessivi e 8 nello specchio.

Il Napoli conferma così la capacità di vincere anche su campi ostici, in partite tutt’altro che scontate. Il mese di gennaio propone un calendario fittissimo, tra campionato ed Europa, e chissà che non possa rivelarsi decisivo per le ambizioni dei partenopei su entrambi i fronti.

Milan – Hellas Verona 3-0: rossoneri dominanti sull’onda di Nkunku e Pulisic

Nel pre-partita Allegri è chiaro: “Nkunku ha già fatto il centravanti in passato e ha segnato. Si sta inserendo bene, ha bisogno di tempo, ha una tecnica straordinaria e speriamo possa fare gol oggi”. Parole che trasudano fiducia e ambizione nei confronti di un giocatore ancora a secco prima di questa gara.

Dopo 127 giorni dall’unica sconfitta casalinga stagionale, quella contro la Cremonese, il Milan cerca continuità e la trova proprio grazie a Nkunku. Il 3-0 è il risultato di un grande lavoro collettivo, ma soprattutto della voglia dell’attaccante francese di sbloccarsi e della disponibilità dei compagni a metterlo nelle condizioni migliori.

Il Milan è ordinato, commette pochi falli e gestisce il possesso; il Verona prova invece a colmare il gap tecnico con l’intensità fisica, senza però riuscire a impensierire seriamente i rossoneri.
Era chiaro sin dall’inizio della stagione che l’obiettivo di Allegri fosse il campionato, e l’uscita dalle altre competizioni lo conferma ulteriormente, come dimostrano anche le dichiarazioni nel post-partita sui punti necessari per puntare al titolo.

I talenti non mancano, su tutti Modric e Pulisic, ma ciò che serve al Milan è continuità e la capacità di essere “diavolo” contro chiunque. Allegri è chiamato a un’impresa in una stagione molto equilibrata, che potrebbe però rappresentare un’occasione irripetibile.

Pisa – Juventus 0-2: Yildiz leader, Juve da Europa

Partita rocambolesca quella dello stadio Romeo Anconetani. La Juventus arriva con una sola sconfitta nelle ultime undici gare, mentre il Pisa vive una stagione complicata, con una sola vittoria all’attivo e la necessità di cambiare passo.

Il match mostra due volti diversi. Nel primo tempo la Juventus costruisce ma non riesce mai a rendersi realmente pericolosa; il Pisa, invece, va vicino al gol con il colpo di testa di Moreo, fermato dalla traversa. Le emozioni arrivano soprattutto nell’ultimo terzo di gara: Tramoni colpisce il palo per i toscani, Kelly risponde per i bianconeri nel giro di cinque minuti. È chiaro che basta un episodio per sbloccare la partita.

L’episodio arriva su una palla sporca che rimbalza tra Calabresi e Kalulu, favorendo il vantaggio juventino. Nel finale ci pensa Yildiz a chiudere i conti, confermandosi talento e leader tecnico della squadra.

Ancora una volta Gilardino non riesce a raccogliere punti contro una big, nonostante una preparazione tattica attenta. Probabilmente il Pisa dovrà intervenire sul mercato per colmare alcune lacune. Dall’altra parte, la Juventus ha trovato in Spalletti una guida solida e un undici titolare sempre più definito: i fedelissimi che, giornata dopo giornata, riportano i bianconeri a ridosso della vetta.

Roma – Genoa 3-1: i giallorossi ritrovano il successo e un centravanti di peso

Nell’ultima partita del weekend di Serie A, l’Olimpico accoglie un figlio di Roma: Daniele De Rossi. Gladiatore per anni in campo e poi in panchina, simbolo di un’epoca giallorossa, questa volta torna nella Capitale da avversario, seduto sulla panchina del Genoa.

La Roma arriva alla sfida forte di un trend piuttosto chiaro in campionato: nessuna vittoria contro le squadre attualmente tra il primo e il quinto posto, ma una continuità impressionante di successi, o quantomeno di risultati utili, contro tutte le altre. Numeri che spiegano bene la posizione in classifica dei giallorossi. Il Genoa, dal canto suo, continua a lottare come ormai da anni per difendere la permanenza in Serie A, riuscendo spesso a salvarsi con anticipo ma senza mai potersi rilassare davvero.

La partita è vivace sin dalle prime battute. La Roma parte fortissimo e chiude virtualmente i giochi già nel primo tempo, trovando il triplo vantaggio con le reti di Soulé, Koné e Ferguson. Proprio lo scozzese è l’uomo copertina della serata: dopo le frequenti dichiarazioni di mister Gasperini, spesso critiche nei suoi confronti e legate a presunte difficoltà, Ferguson risponde nel modo migliore, lasciando intravedere quel potenziale che l’allenatore sembra voler tirare fuori anche attraverso la pressione mediatica.

Per lui è una serata magica, che manda un messaggio chiaro: la Roma potrebbe non aver bisogno di intervenire ulteriormente sul mercato degli attaccanti, nonostante la società sembri orientata in quella direzione. Il Genoa trova la rete con Ekhator, che accorcia le distanze, ma il gol non impaurisce i giallorossi, solidi nel difendere il vantaggio e nel blindare il quarto posto, chiudendo l’anno in piena zona Champions.

La sfida per Gasperini ora è mantenere questo rendimento contro le cosiddette “piccole”, cercando allo stesso tempo quella continuità che finora è mancata contro le grandi. Dall’altra parte, De Rossi è chiamato ad affrontare altre 21 battaglie, consapevole che la strada verso la salvezza è tutt’altro che scontata.

Atalanta – Inter 0-1: Djimsiti da horror, Lautaro Martinez da sogno

A Bergamo va in scena la partita più attesa del weekend di Serie A, il posticipo dell’ultima giornata del campionato nel 2025. L’Atalanta, forte della scossa ricevuta da mister Palladino e dei successi ottenuti nelle ultime uscite, ospita l’Inter di Chivu, chiamata a difendere la vetta dagli agguati delle inseguitrici.
Le formazioni devono fare i conti con alcune assenze: i bergamaschi rinunciano a Lookman e Bellanova, mentre gli ospiti sono privi di Dumfries e Acerbi. Sulla carta il match appare equilibrato, con l’Inter leggermente favorita alla luce dei precedenti tra le due squadre; Palladino, però, sa bene come invertire questa tendenza, forte anche dei successi conquistati contro i nerazzurri ai tempi della Fiorentina.

L’equilibrio si riflette anche sul campo. Il doppio play scelto da Chivu garantisce una superiorità numerica in mezzo, ma la fantasia di De Ketelaere e la struttura di Scamacca riescono a creare spazi nella retroguardia interista. Il gol che decide la partita nasce da un episodio: un errore grave di Djimsiti che regala palla a Esposito, bravo poi a servire l’assist per il gol di Lautaro Martinez.

Da quel momento il match si accende. L’Atalanta si riversa in avanti, cambia assetto passando dal 3-4-2-1 al 4-2-3-1, ma Samardzic spreca la grande occasione del pareggio. Da lì in poi la partita perde intensità e nei minuti finali l’Inter gestisce, anche con un po’ di mestiere, portando a casa tre punti pesantissimi.

Il risultato rispecchia quanto visto in campo: una gara equilibrata, che avrebbe potuto premiare entrambe le squadre. In queste situazioni, però, l’Inter dimostra ancora una volta cinismo ed esperienza. Palladino incassa una battuta d’arresto, ma conferma comunque le proprie qualità in panchina.

Cremonese – Napoli 0-2: Højlund mattatore, Napoli solido e cinico

Il Napoli arriva a Cremona da “Supercampione” dopo il successo in Supercoppa Italiana contro il Bologna, con l’obiettivo di trovare continuità e solidità anche lontano dal Maradona. Il modulo è ancora il 3-4-3 scelto da mister Conte per fronteggiare l’emergenza infortuni, un sistema che il tecnico padroneggia alla perfezione. La Cremonese, dal canto suo, ritrova pedine importanti come Payero e Bianchetti e prova a rendere la vita difficile ai partenopei, come già fatto contro altre big.

La partita, però, ha un solo padrone. Il Napoli domina il gioco, spinge sulle corsie laterali e spegne sul nascere le ripartenze avversarie grazie alla solidità del reparto centrale. Il vantaggio arriva proprio dagli esterni: Politano mette il pallone in mezzo, Spinazzola calcia dal limite e sulla respinta Højlund è il più rapido a trovare il gol al 13’.

Da quel momento i partenopei non danno mai l’impressione di poter andare in difficoltà, anche complice qualche errore tecnico della Cremonese. Il raddoppio nasce da un’azione simile e vede ancora protagonista l’attaccante danese. I numeri sono eloquenti: 2.54 di xG per il Napoli, 22 tiri complessivi e 8 nello specchio.

Il Napoli conferma così la capacità di vincere anche su campi ostici, in partite tutt’altro che scontate. Il mese di gennaio propone un calendario fittissimo, tra campionato ed Europa, e chissà che non possa rivelarsi decisivo per le ambizioni dei partenopei su entrambi i fronti.

Milan – Hellas Verona 3-0: rossoneri dominanti sull’onda di Nkunku e Pulisic

Nel pre-partita Allegri è chiaro: “Nkunku ha già fatto il centravanti in passato e ha segnato. Si sta inserendo bene, ha bisogno di tempo, ha una tecnica straordinaria e speriamo possa fare gol oggi”. Parole che trasudano fiducia e ambizione nei confronti di un giocatore ancora a secco prima di questa gara.

Dopo 127 giorni dall’unica sconfitta casalinga stagionale, quella contro la Cremonese, il Milan cerca continuità e la trova proprio grazie a Nkunku. Il 3-0 è il risultato di un grande lavoro collettivo, ma soprattutto della voglia dell’attaccante francese di sbloccarsi e della disponibilità dei compagni a metterlo nelle condizioni migliori.

Il Milan è ordinato, commette pochi falli e gestisce il possesso; il Verona prova invece a colmare il gap tecnico con l’intensità fisica, senza però riuscire a impensierire seriamente i rossoneri.
Era chiaro sin dall’inizio della stagione che l’obiettivo di Allegri fosse il campionato, e l’uscita dalle altre competizioni lo conferma ulteriormente, come dimostrano anche le dichiarazioni nel post-partita sui punti necessari per puntare al titolo.

I talenti non mancano, su tutti Modric e Pulisic, ma ciò che serve al Milan è continuità e la capacità di essere “diavolo” contro chiunque. Allegri è chiamato a un’impresa in una stagione molto equilibrata, che potrebbe però rappresentare un’occasione irripetibile.

Pisa – Juventus 0-2: Yildiz leader, Juve da Europa

Partita rocambolesca quella dello stadio Romeo Anconetani. La Juventus arriva con una sola sconfitta nelle ultime undici gare, mentre il Pisa vive una stagione complicata, con una sola vittoria all’attivo e la necessità di cambiare passo.

Il match mostra due volti diversi. Nel primo tempo la Juventus costruisce ma non riesce mai a rendersi realmente pericolosa; il Pisa, invece, va vicino al gol con il colpo di testa di Moreo, fermato dalla traversa. Le emozioni arrivano soprattutto nell’ultimo terzo di gara: Tramoni colpisce il palo per i toscani, Kelly risponde per i bianconeri nel giro di cinque minuti. È chiaro che basta un episodio per sbloccare la partita.

L’episodio arriva su una palla sporca che rimbalza tra Calabresi e Kalulu, favorendo il vantaggio juventino. Nel finale ci pensa Yildiz a chiudere i conti, confermandosi talento e leader tecnico della squadra.

Ancora una volta Gilardino non riesce a raccogliere punti contro una big, nonostante una preparazione tattica attenta. Probabilmente il Pisa dovrà intervenire sul mercato per colmare alcune lacune. Dall’altra parte, la Juventus ha trovato in Spalletti una guida solida e un undici titolare sempre più definito: i fedelissimi che, giornata dopo giornata, riportano i bianconeri a ridosso della vetta.

Roma – Genoa 3-1: i giallorossi ritrovano il successo e un centravanti di peso

Nell’ultima partita del weekend di Serie A, l’Olimpico accoglie un figlio di Roma: Daniele De Rossi. Gladiatore per anni in campo e poi in panchina, simbolo di un’epoca giallorossa, questa volta torna nella Capitale da avversario, seduto sulla panchina del Genoa.

La Roma arriva alla sfida forte di un trend piuttosto chiaro in campionato: nessuna vittoria contro le squadre attualmente tra il primo e il quinto posto, ma una continuità impressionante di successi, o quantomeno di risultati utili, contro tutte le altre. Numeri che spiegano bene la posizione in classifica dei giallorossi. Il Genoa, dal canto suo, continua a lottare come ormai da anni per difendere la permanenza in Serie A, riuscendo spesso a salvarsi con anticipo ma senza mai potersi rilassare davvero.

La partita è vivace sin dalle prime battute. La Roma parte fortissimo e chiude virtualmente i giochi già nel primo tempo, trovando il triplo vantaggio con le reti di Soulé, Koné e Ferguson. Proprio lo scozzese è l’uomo copertina della serata: dopo le frequenti dichiarazioni di mister Gasperini, spesso critiche nei suoi confronti e legate a presunte difficoltà, Ferguson risponde nel modo migliore, lasciando intravedere quel potenziale che l’allenatore sembra voler tirare fuori anche attraverso la pressione mediatica.

Per lui è una serata magica, che manda un messaggio chiaro: la Roma potrebbe non aver bisogno di intervenire ulteriormente sul mercato degli attaccanti, nonostante la società sembri orientata in quella direzione. Il Genoa trova la rete con Ekhator, che accorcia le distanze, ma il gol non impaurisce i giallorossi, solidi nel difendere il vantaggio e nel blindare il quarto posto, chiudendo l’anno in piena zona Champions.

La sfida per Gasperini ora è mantenere questo rendimento contro le cosiddette “piccole”, cercando allo stesso tempo quella continuità che finora è mancata contro le grandi. Dall’altra parte, De Rossi è chiamato ad affrontare altre 21 battaglie, consapevole che la strada verso la salvezza è tutt’altro che scontata.

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Ingegnere Gestionale con 3 anni di esperienza in progetti di digitalizzazione dei processi e compliance regolatoria per una primaria azienda europea del settore energia. Dopo un primo percorso come Business Analyst, oggi opero come Consultant, coordinando team cross-funzionali e guidando iniziative di trasformazione dei processi aziendali in ottica digitale e normativa.

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