In un Pala Alpitour trasformato in una bolgia azzurra, Sinner e Alcaraz hanno scritto l’ennesimo capitolo di una rivalità già iconica. Una finale intensa e spettacolare, dove i due fenomeni del tennis moderno hanno dato vita a una battaglia di tecnica e coraggio, chiusa dal 2–0 dell’italiano. Un successo che accorcia le distanze in classifica e rilancia una sfida destinata a segnare una generazione.
Dopo quasi trenta giorni, Sinner e Alcaraz tornano ad affrontarsi nell’ennesima finale che li vede protagonisti assoluti. Quella di Torino non è una partita qualunque: è la chiusura perfetta di un anno straordinario per entrambi, non a caso finalisti alle Nitto ATP Finals.
Dal 2019 i due campioni si sono incrociati 18 volte (19 con questo match), con Alcaraz avanti per 11 vittorie a 7. Considerando poi il parziale di 7-4 sul cemento in favore dello spagnolo, la finale di Torino sembrava, almeno sulla carta, pendere leggermente dalla sua parte. Ma il campo ha raccontato una storia diversa.
Jannik, che negli ultimi anni ha risvegliato l’entusiasmo del pubblico italiano, ha trovato ancora una volta un’arena completamente dalla sua parte: un clima da stadio di calcio, capace di spingerlo a livelli altissimi.
Alla vigilia, i bookmakers indicavano Sinner come favorito in modo netto, con quote raramente viste per un incontro di questo livello. Un dato sorprendente se si considera la forma dei due: Alcaraz aveva lasciato per strada un solo set nelle quattro partite precedenti, mentre Sinner era arrivato in finale senza perderne alcuno. Tuttavia, alcune statistiche raccontavano già molto: oltre 8 ace di media per Jannik contro i 5 dello spagnolo, e appena un doppio fallo a fronte dei 6 di Alcaraz. Numeri che anticipavano una condizione impeccabile dell’altoatesino.
E infatti, tra i due non esiste mai una partita semplice: due set, 25 game, oltre due ore di battaglia, giocata a un’intensità costante, senza mai dare l’impressione che uno dei due potesse cedere il controllo.
Nel primo set entrambi partono con scambi lineari, senza forzare e senza mai concedere palle break. Tutto si decide al tie-break, dove arriva il vero spettacolo: Sinner conquista il mini-break, Alcaraz recupera, ma poi un pallonetto millimetrico dell’italiano gli restituisce il vantaggio, che Jannik conserva fino al 7-6.
L’inizio del secondo set è complicato per il “padrone di casa”, che subisce subito il break. Ma al sesto game emerge tutta la consistenza mentale dell’italiano: contro-break, servizi mantenuti e al dodicesimo game Sinner arriva sul 40 pari, trasformando poi il match point grazie a un errore di Alcaraz, che manda lungo l’ultimo colpo consegnando la vittoria all’avversario.
Il bilancio quindi si aggiorna: 11 vittorie per Alcaraz, 8 per Sinner. La classifica ATP resta immutata nelle prime due posizioni, ma il margine si riduce ancora: ora sono solo 550 i punti che li separano, e il prossimo torneo potrebbe essere quello decisivo per un nuovo sorpasso.
Al di là del patriottismo e dell’affetto verso Sinner, il piacere di vedere questi due campioni va oltre qualsiasi colore o bandiera: le loro partite creano dipendenza per appassionati e non. Dopo oggi – ma in realtà già da tempo – possiamo dire che questi ragazzi sono pronti a riscrivere la storia e a diventare i nuovi protagonisti di questo sport.
Per chi è cresciuto guardando Nadal, Federer e Djokovic, è rassicurante scoprire che, nonostante i ritiri dei primi due, la bellezza del tennis continua a splendere in incontri come questo.

