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Serie A, 6ª giornata: Napoli e Roma in controllo, Milan e Inter restano lì. Le big disegnano il nuovo equilibrio

Dopo sei giornate, la Serie A 2025-26 prende forma.

 

Il Napoli risponde da grande, la Roma pragmatica, il Milan non molla, l’Inter torna a far paura.

E intanto il Bologna di Italiano continua a crescere, la Juventus resta bloccata nel suo limbo tattico.

Un campionato più cerebrale che spettacolare, ma densissimo di idee e identità.

Napoli, la risposta da grande

 

Dopo la caduta di San Siro, il Napoli di Conte ritrova la vittoria e — soprattutto — se stesso.

Sotto con il Genoa, privo di Lobotka e Politano, il tecnico azzurro ridisegna la partita dalla panchina: dentro Spinazzola e De Bruyne, cambia ritmo e geometrie.

L’assist del primo genera l’1-1 di Anguissa, la visione del secondo orchestra il ribaltone.

E davanti, Højlund firma il quarto gol stagionale, confermandosi sempre più centrale.

 

Più che il 69 % di possesso o i 144 passaggi nel terzo offensivo, colpisce la lucidità con cui il Napoli gestisce il momento difficile.

Conte lo aveva chiesto: meno foga, più controllo.

La squadra ha risposto con una prova da leader.

Roma, il pragmatismo vincente di Gasperini

 

La Roma espugna Firenze con una partita di mestiere, quasi chirurgica.

Va sotto, reagisce, ribalta: Soulé pareggia, Cristante la chiude.

Niente frenesia, solo organizzazione e lettura dei tempi.

 

Gasperini ha creato una Roma meno istintiva e più “manageriale”: capace di abbassarsi, poi ripartire; di pressare, ma anche di gestire.

L’equilibrio tra l’energia di Soulé e la presenza fisica di Dovbyk è la chiave di un gruppo che ha trovato misura e personalità.

Non è la Roma più brillante degli ultimi anni, ma è certamente la più solida.

Milan, un punto che pesa e insegna

 

All’Allianz Stadium finisce 0-0, ma il Milan esce più convinto di quanto dica il risultato.

Il rigore fallito da Pulisic resta una macchia, ma il piano di gioco di Allegri (3-4-2-1) funziona: possesso ragionato, verticalizzazioni, equilibrio.

xG 1,82 contro 0,68, più tiri, più iniziativa.

 

La squadra produce ma non punge. Eppure, la struttura tattica è sempre più chiara: Modrić detta i tempi, Leão alterna ampiezza e incursioni, Giménez lega il gioco.

Serve precisione, non rivoluzione.

Il Milan c’è, e non ha perso fiducia.

Inter, il ritorno della forza

 

Il 4-1 alla Cremonese è più di un punteggio: è un messaggio.

L’Inter ha ritrovato gambe, idee e fluidità.

Bonny è la sorpresa: un gol e tre assist, 21 anni, energia pura.

Accanto a lui, Lautaro detta i movimenti, Barella e Dimarco spingono con continuità.

 

Chivu ha rimesso insieme i pezzi: pressing alto, recupero immediato, inserimenti continui dalle fasce.

Quando l’Inter gira così, diventa una macchina a più marce.

Non è ancora al top, ma la direzione è quella giusta.

Juventus, equilibrio ma poca scintilla

 

Solida, organizzata, ma ancora senza lampi.

La Juve di Tudor non perde, ma non entusiasma.

Contro il Milan, il possesso si divide (51-49), ma la produzione offensiva resta bassa: 0,68 xG e poche vere occasioni.

 

La struttura difensiva funziona, il pressing è discreto, ma davanti mancano inventiva e ritmo.

Serve più coraggio, più verticalità.

Finché resta “solo” solida, la Juventus continuerà a galleggiare, non a volare.

Bologna, il laboratorio che convince

 

A volte il gioco vale più del punteggio, ma nel 4-0 al Pisa il Bologna ha avuto entrambi.

Squadra brillante, idee chiare, xG 3,4 a 0,03, 72 % di possesso, e un dominio totale.

Vincenzo Italiano ha costruito un collettivo che interpreta il calcio con intelligenza e ritmo: Cambiaghi e Orsolini creano superiorità, Moro detta i tempi, Dallinga lavora per tutti.

 

Non è un episodio: è un percorso.

Il Bologna gioca un calcio pensato, ma non accademico.

Ed è questo che lo rende pericoloso.

Fiorentina, bello sforzo, pochi punti

 

Due pali, un gol, e tanto rammarico.

La Fiorentina gioca, ma non concretizza.

Pioli insiste sul 4-3-3 offensivo, con Kean e Gudmundsson larghi: la squadra produce 11 tiri, di cui 7 da fuori, ma si perde in area.

 

Il limite è lì: nei 16 metri.

Buone trame, poca cattiveria.

Per restare in alto serve un salto mentale, non tattico.

Atalanta, resistenza in emergenza

 

A Bergamo è pareggio, ma vale più di un punto.

Con mezza squadra ai box, Jurić costruisce un risultato di carattere.

Samardžić segna e convince, Lookman inventa, Morata lotta.

 

L’Atalanta tiene il 51 % di possesso, crea di più ma cala alla distanza.

Con sei titolari fuori, il pareggio col Como diventa un segnale di compattezza.

Ora serve solo recuperare energie e uomini.

Como, il valore del collettivo

 

Senza Fàbregas in panchina, il Como continua a stupire.

Sistema 3-4-3, difesa compatta, ma anche idee chiare in ripartenza.

Perrone e Addai corrono e pensano: due giovani già maturi.

 

Il pareggio a Bergamo è frutto di una struttura che funziona.

Nove punti in sei gare e una crescita costante.

Il progetto c’è, e si vede.

Udinese e Cagliari, filosofie a confronto

 

Allo stadio Friuli, l’Udinese crea tanto ma raccoglie poco.

2,59 xG, 23 tiri, due legni — e un solo gol.

Il Cagliari, invece, trasforma la sua unica occasione.

 

Due allenatori, due visioni: Runjaic vuole controllo totale, Pisacane gioca sull’efficacia.

Il risultato? 1-1, ma con due filosofie opposte che si annullano a vicenda.

Un pareggio che pesa più per i sardi, ma che lascia rimpianti ai friulani.

Lecce, colpo di testa e di maturità

 

A Parma arriva il primo successo stagionale.

Un gol di Sottil decide una gara tattica e bloccata, ma il Lecce dimostra di saper cambiare pelle.

Aggressivo nel primo tempo, chiuso e ordinato nel secondo.

 

xG 1,09 contro 0,62, baricentro intelligente, difesa compatta.

Di Francesco ha trovato equilibrio e serenità.

E il Lecce riparte da qui.

Lazio e Torino, un 3-3 che racconta due idee di calcio

 

All’Olimpico succede di tutto.

Tre volte avanti il Torino, tre volte raggiunto.

Un rigore al 90+13’ fissa il 3-3, ma dietro i gol c’è tanto lavoro tattico.

 

Sarri cerca ampiezza e gioco di posizione, Baroni risponde con densità e duelli.

Due squadre agli antipodi, ma con lo stesso coraggio.

Non è solo spettacolo: è identità.

Le nuove coordinate del campionato

 

Dopo sei giornate, le linee di forza sono chiare.

Napoli e Roma comandano, ma in modo diverso: Conte costruisce sul controllo, Gasperini sull’intensità.

Dietro, il Milan cresce, l’Inter si accende, il Bologna sale di livello.

La Juventus resta in attesa di sé stessa.

 

Più che un campionato equilibrato, è un campionato intelligente.

Le squadre pensano, si adattano, studiano gli avversari.

La Serie A 2025-26 non vive di sorprese, ma di costruzioni: tattiche, mentali, tecniche.

Ed è forse questa la sua vera bellezza.

Classifica (dopo la 6ª giornata):

Napoli 15, Roma 15, Milan 13, Inter 12, Bologna 11, Atalanta 10, Como 9, Juventus 9, Fiorentina 8, Lazio 8, Lecce 7, Cagliari 6, Udinese 6, Torino 5, Parma 5, Genoa 4, Cremonese 4, Verona 3, Empoli 3, Pisa 2.

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Studente di Giurisprudenza, con esperienza amministrativa e interesse per ambito legale, aziendale e risorse umane.

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