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Collegato lavoro, il sì definitivo con Cgil e Uil all’attacco

I due sindacati: "Una norma che va ad aggravare la precarietà"

Meno burocrazia e più sicurezza sui luoghi di lavoro: con questi due obiettivi principali è stato approvato definitivamente dal Senato, con 81 sì, 47 no e un astenuto, il disegno di legge Lavoro collegato alla Manovra.

Il provvedimento  fortemente voluto dal Governo Meloni pone anche particolare attenzione alla flessibilità delle prestazioni salariali e alla tutela dei diritti dei lavoratori e dei liberi professionisti.

La ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone ha commentato la nuova norma con queste parole: “Si tratta del completamento di un anno di lavoro, che si accompagna ad una serie di interventi fatti all’insegna della semplificazione e della stabilità del lavoro, non certamente di aumento della precarietà”.

La rappresentante del Governo Meloni ha voluto così anche replicare “a chi parla di ripristino delle dimissioni in bianco: non c’è nulla di tutto questo. Noi, infatti, sosteniamo il lavoro sicuro e di qualità. Oggi crescono i rapporti di lavoro a tempo indeterminato, non crescono quelli a termine – ha rimarcato non a caso la ministra – e sono contenta di aver concluso questo percorso”.

Sta di fatto che Cgil e Uil hanno già criticato aspramente la misura: “Il governo e la maggioranza parlamentare, con il voto definitivo al cosiddetto collegato Lavoro, hanno deciso scientemente di peggiorare le condizioni di milioni di lavoratrici e lavoratori”, ha affermato la segretaria confederale della Cgil, Maria Grazia Gabrielli.

“Quella compiuta dal governo è un’operazione decisa ignorando le richieste di chi rappresenta i lavoratori, negando, gravemente, qualsiasi forma di dialogo sociale. Anche nel passaggio al Senato si è scelto di non confrontarsi sulle proposte e gli emendamenti, di non incontrare le organizzazioni sindacali, di non svolgere dibattito”.

“È incredibile l’iter di questo Collegato lavoro, sul quale abbiamo già espresso forte contrarietà in ogni sede possibile: dalle aule delle audizioni parlamentari alle piazze, con presidi e manifestazioni”, ha dichiarato, invece, la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese. “Il governo è andato avanti dritto per la sua strada, senza alcun segno di apertura alle tante richieste di modifica avanzate dalle opposizioni. Per noi – ha sottolineato Veronese – questo disegno di legge non ha proprio alcuna ragion d’essere: è totalmente sbilanciato a favore delle imprese e precarizza ulteriormente il nostro mercato del lavoro, dove la precarietà già regna sovrana. Gli stessi dati Inps certificano che la stragrande maggioranza dei nuovi contratti attivati sono temporanei. Per la precisione, sono oltre l’80% del totale”.

 

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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