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Adolfo Bottazzo. IO, produttore di latte e yogurt – L’alta qualità in provincia di Caserta

47 anni, laurea in Economia conseguita alla Università Parthenope, master in Business Admininistration e specializzazione in Executive Senior Manager presso la Sda Bocconi di Milano.

Qualità, ambiente, economia circolare. Sono i tre punti cardinali della strategia aziendale di IMA (Industrie Meridionali Alimentari). L’azienda di Pignataro è una impresa specializzata nella produzione di latte e derivati. Costituita nel 1986, la prima evoluzione si registra nel 1992 con l’entrata in campo dell’attuale compagine proprietaria, consolidando negli anni seguenti il trend di crescita mediante una capillare opera di distribuzione dei propri prodotti: dapprima nel normal trade poi nel canale della distribuzione moderna. Alla guida dell’azienda c’è Adolfo Bottazzo, 47 anni, laurea in Economia conseguita alla Università Parthenope, master in Business Admininistration e specializzazione in Executive Senior Manager presso la Sda Bocconi di Milano. Oggi è amministratore unico e direttore generale di Ima, nonché vice presidente di Confindustria Caserta con delega al Territorio e alla Economia circolare.

GLI ANNI DELLA CRESCITA

L’anno della svolta arriva nel 2003. Dopo aver acquisto una rilevante quota di mercato nel comparto yogurt, IMA avvia la produzione del latte fresco e della panna fresca. A tre anni dopo risale l’investimento nella linea di produzione del latte a lunga conservazione UHT e di latte ESL (Extended Shelf Life). “Fino a un altro traguardo importante – spiega Bottazzo – raggiunto nel 2008, cioè quando la IMA ha intrapreso alcune importanti partnership strategiche con principali insegne della distribuzione moderna per la produzione e la distribuzione del latte fresco a marchio (private label) in regione Campania. Attualmente IMA è un’azienda che si presenta come una delle principali realtà del settore lattiero caseario del centro sud Italia, come dimostrano alcuni risultati interessanti che è in grado di esprimere: un fatturato di 9,5 mln di euro e 11 milioni di tonnellate di latte lavorato.

Adolfo Bottazzo – Yma

VALORI AZIENDALI

Per Ima la qualità non è solo rispetto delle normative di settore, ma una filosofia e un vero e proprio modus operandi. Per raggiungere le migliori performance su questo versante decisivo, per competere coi marchi dei colossi del settore alimentare, l’azienda ha messo in campo il progetto Ima Digital, teso a mettere le migliori tecnologie digitali al servizio della qualità di risorse, prodotti e processi. In questa maniera l’azienda ha migliorato le sue performance perseguendo tre obiettivi: rispetto della conformità normativa, per essere sempre al passo con le ultime leggi; customer satisfaction e riduzione del rischio, per essere sempre la prima scelta; miglioramento delle prestazioni del gruppo, per continuare a crescere.

LA FORMULA DEL SUCCESSO

Quali sono i fattori chiave del suo successo? “Anzitutto disporre – incalza Bottazzo – disporre di risorse umane di alta qualità, che selezioniamo con cura per poi dedicare l’inserimento assistito da training specialistico, curando lo sviluppo qualitativo e crescita della catena di fornitura”. Risorse di qualità assicurano prodotti e servizi di alta qualità, che vengono continuamente ridefiniti tenendo conto del feedback dei clienti e del monitoraggio continuo a cui vengono sottoposti i prodotti. “Per noi – aggiunge il direttore – è fondamentale la qualità delle relazioni tra dipendenti, clienti, fornitori, partner, parti sociali e istituzioni basata sulla reciprocità. Inoltre è imprescindibile ottenere il coinvolgimento attivo dei responsabili a tutti i livelli, cui spetta il compito di attuare le indicazioni della politica e assicurarsi che ciascun membro del personale sia consapevole del proprio ruolo e dei propri obiettivi relativi alla qualità”. La revisione del sistema avviene con frequenza annuale ed è una sorta di bollino blu interno da cui scaturiscono decisioni e azioni da mettere in atto dall’anno successivo per migliorare il sistema di gestione delle risorse e assicurare il costante miglioramento competitivo di Ima.

Il futuro? Anche per Ima si chiama Climate Change. “E non è uno slogan – assicura Bottazzo – perché neanche i più scettici possono negare che il benessere dell’umanità dipenderà dalla capacità di mettere sotto controllo i fattori di inquinamento” con la sostenibilità energetica supportata dall’economia circolare. Stime molto autorevoli parlano di 130 miliardi di euro l’anno, ossia l’8% del Pil nazionale, entro metà di questo secolo, se non interveniamo con misure adeguate sui problemi ambientali”. “Direi che nei prossimi anni – conclude Bottazzo –  saremo chiamati sempre più, con il supporto della ricerca e le innovazioni tecnologiche, a ridurre gli sprechi invece che deprimere i consumi. La sfida del futuro è questa”.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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