Francesco Caio, uno dei più importati manager italiani, è stato amministratore delegato di multinazionali specializzate in tecnologia e telecomunicazioni come Olivetti, Omnitel e la britannica Cable&Wireless.
In Italia e in Gran Bretagna, inoltre, ha partecipato alla definizione del Piano nazionale sulla banda larga e, da noi, è stato anche commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale. Ora, assieme al giornalista del Sole 24 Ore Pierangelo Soldavini, è in libreria con “Digitalizzazione, per un nuovo rinascimento italiano” edito da Vita e pensiero, Piccola Biblioteca per un Paese normale.
La pandemia, l’inflazione e la guerra in Europa hanno fatto comprendere a tutti la decisiva importanza degli strumenti digitali. Adesso si tratta di governare la costruzione di un mondo ibrido, che coniughi ed integri le diverse esperienze, fisiche e digitali.
Questa è la sfida che lancia il libro con la consapevolezza che chi rimane indietro in questo momento storico rischia di non riuscire più a colmare le distanze. Tanto più che in Italia la situazione non è delle migliori dal punto di vista delle infrastrutture, dell’alfabetizzazione digitale di base e dei ritardi dello Stato e delle aziende.
Per questo Caio e Soldavini hanno stilato un’agenda per un “rinascimento digitale”: rete, pubblica amministrazione, telemedicina, cybersecurity, cittadinanza digitale, smart working, turismo, scuola e università sono alcuni degli ambiti descritti nel libro mettendo in luce le criticità e i rischi che la tecnologia comporta, ma delineando anche gli esempi virtuosi e proponendo i compiti concreti che ci aspettano.
Ad esempio, sul lavoro in remoto: esso ha rappresentato uno squarcio su un futuro disponibile da qualche anno, ma che la crisi ha fatto emergere con forza. Il modo di lavorare diventa la rappresentazione perfetta del conflitto tra i limiti di un presente che sconta le miopie del passato e un futuro che già oggi ci fornisce evidenza concreta di nuovi modelli di sviluppo realizzabili.
In generale, gli autori di “Digitalizzazione” credono che questo sia il momento dei grandi investimenti e che, da questo punto di vista, il Pnrr sia un’occasione da non mancare. Accanto a questo, tuttavia, c’è da costruire una vera cultura digitale, che porti tutti a capire le logiche dei nuovi paradigmi e della trasformazione da attuare: un progetto definito “ambizioso e urgentissimo, ma alla nostra portata”.