40 visualizzazioni 1 min 0 Commenti

L’Italia, il Paese con il maggior squilibrio generazionale

Secondo Eurostat, nella fascia 25-34 anni ci sono quasi 1 milione di lavoratori in meno rispetto alla fascia 55-64 (4,2 milioni contro 5,1)

L’Italia è il Paese europeo con il maggiore squilibrio generazionale tra gli occupati: secondo Eurostat, nella fascia 25-34 anni ci sono quasi 1 milione di lavoratori in meno rispetto alla fascia 55-64 (4,2 milioni contro 5,1). Un divario del 20%, il doppio rispetto alla Germania, mentre Francia e Spagna mostrano un equilibrio o addirittura una prevalenza di giovani. E nonostante l’occupazione in Italia sia in lieve crescita, noi restiamo indietro.

A febbraio, l’unica fascia in calo è stata quella dei 25-34enni, con 42mila occupati in meno in un solo mese e un tasso di occupazione sceso dello 0,7%. E anche l’inattività – cioè chi non lavora e nemmeno cerca lavoro – è in aumento tra gli under 35, con 119mila inattivi in più.

Il problema non è solo demografico: anche considerando l’invecchiamento della popolazione, i giovani restano i più penalizzati. Come se non bastasse, a una situazione molto complicata si aggiunge la competizione che non è più solo umana, ma anche della tecnologia.

E quindi, i giovani, spesso dipinti come rappresentanti di una generazione di scansafatiche, in realtà vorrebbero solo avere condizioni eque, opportunità, magari come quelle che hanno avuto i loro genitori.

Ma cosa fare per loro prima di tutto? Sono sempre di più coloro i quali sostengono che sui giovani e sul lavoro serve anzitutto un nuovo racconto: hanno bisogno di una bussola per orientarsi tra skill digitali, intelligenza artificiale, nuove professioni e vecchie narrazioni da sfatare. Basta, quindi, chiamarli (e considerarli) bamboccioni.

Avatar photo
Redazione - Articoli pubblicati: 971

Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

Twitter
Facebook
Linkedin
Scrivi un commento all'articolo