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Licenziato perchè troppo distante dal luogo di lavoro: l’azienda dovrà risarcirlo

Il fatto è accaduto a Firenze: il dipendente avrà 18 mesi di indennità, il Tfr e gli oneri accessori. Ma quanti italiani sono costretti a fare i pendolari? Uno studio di FS Research Centre

Licenziato perché abita troppo lontano dal luogo di lavoro, la suprema Corte di Cassazione dichiara definitivamente illegittimo il provvedimento della società. La vicenda riguarda cinque operatori sanitari di una nota casa di riposo fiorentina. Per uno di questi, il procedimento giudiziario è giunto al termine aprendo concreti spiragli anche per gli altri lavoratori che hanno fatto ricorso contro i licenziamenti dell’azienda.

I fatti risalgono al 2018 quando la società fiorentina, leader del settore che gestisce ben 29 Rsa in 5 regioni italiane, aveva deciso legittimamente un riassetto aziendale avviando le procedure per la mobilità e anche per alcuni licenziamenti: riteneva di aver esuberi rispetto alle nuove esigenze. E una di queste era di lasciare una delle Rsa in provincia di Firenze per concentrare le proprie attività su un’altra struttura regionale in un Comune limitrofo.

Sta di fatto che, per i giudici, i criteri utilizzati per licenziare alcuni dipendenti, come la distanza tra il posto di lavoro e la loro casa, non erano a norma di legge. Già la corte d’Appello fiorentina, nel 2022, aveva dichiarato illegittimo il licenziamento del lavoratore in questione condannando la società a pagare 18 mensilità di indennità al dipendente che non aveva chiesto la reintegra, più Tfr e accessori. L’uomo, a quel punto, aveva preferito andare a lavorare altrove. Tuttavia, ora, la Cassazione ha confermato quella sentenza.

Ma, in generale, quanti sono gli italiani costretti a fare i pendolari per lavorare?

Uno studio condotto dal FS Research Centre del gruppo Ferrovie dello Stato nel 2023 ha rivelato che il 77% della popolazione italiana, ovvero ben 35 milioni di persone si spostano durante i giorni feriali percorrendo, in media, circa 47 chilometri al giorno.

La maggior parte proviene da province che non sono capoluogo di regione.

Ma come si spostano? Oltre il 95% delle persone si muove su strada, mentre solo lo 0,3% utilizza il treno o l’aereo. Lo studio evidenzia, inoltre, che le province non capoluogo di regione presentano tassi di mobilità più elevati rispetto alle altre. E che le stazioni più frequentate sono quelle di Roma Termini con quasi 9 milioni di persone transitate; Milano, con oltre 7 milioni di persone; e Napoli, con 5,5 milioni.

Secondo i dati elaborati, poi, nel corso dell’ultimo anno, ogni viaggiatore ha compiuto in media due spostamenti e mezzo al giorno, che includono sia gli spostamenti primari di andata e ritorno che ulteriori spostamenti in diversi contesti. Inoltre, nel marzo 2023, la stazione di Roma ha registrato il tempo medio di permanenza più lungo per viaggiatore, pari a 31 minuti, seguita da Milano con 26 minuti e Napoli con 28.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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